Odontoiatri: l’apparecchio correttivo al 4% o al 22%?

Nell’interpello dell’Agenzia delle Entrate n. 223 del 1° luglio 2019, con il quale viene indicato che l’apparecchio “correttivo” per i denti, fornito di batteria (attiva un micro massaggio) è da considerarsi soggetto ad iva ad aliquota del 22%, mentre i “tradizionali” apparecchi sono soggetti ad aliquota iva del 4% (almeno questa è la conclusione cui siamo giunti, poi invitiamo a leggere la risposta all’interpello).

Può sembrare un problema che investe unicamente la società che cede tali apparecchi agli studi odontoiatrici, ma così non è: nella cerchia dei nostri assistiti nel campo dell’odontoiatria risulta che più di un odontoiatra riceva fatture di tali “apparecchi” da società estere, con obbligo quindi di “reverse charge” ed essendo l’odontoiatra con pro rata di detraibilità pari a zero, è l’odontoiatra che in tale caso deve versare l’iva sulla fattura estera di acquisto, il che sta a significare che l’odontoiatra per versare correttamente l’iva dovrà indicare allo studio del consulente se l’apparecchio acquistato all’estero sia dotato o meno di batteria.

Commercialisti: importante sentenza del TAR delle Marche in tema di equo compenso

"Siamo di fronte ad una sentenza estremamente importante, che ci auguriamo possa essere da sprone per una rapida e piena approvazione dell’equo compenso per i professionisti italiani, colmando il vuoto apertosi anni fa con la dannosa eliminazione delle tariffe minime".
Queste le parole del presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, in commento ad una sentenza del TAR delle Marche che ha accolto il ricorso dei commercialisti di Ancona, Pesaro e Urbino contro la Provincia di Macerata, che prevedeva un compenso di soli 2.000 euro annui per l’attività di revisione in una società in house.

In particolare, nell’ottobre 2018 la Provincia di Macerata aveva pubblicato un annuncio per l’acquisizione di candidature per la nomina dell’organismo di controllo (Sindaco unico) di una società in house, per un compenso annuo pari a 2000 euro oltre IVA e CPA.
Nel ricorso dei due Ordini territoriali dei commercialisti accolto dal Tar marchigiano si sosteneva che, tale compenso, violasse il minimo tariffario che, se determinato tenendo conto sia della parte riferibile all’incarico di revisore dei conti che a di quella riferibile all’incarico di sindaco di società, avrebbe dovuto ammontare ad oltre 7mila euro.

Clicca qui la nota del CNDCEC.

Diritto camerale 2020: invariati gli importi

Nella nota n. 347962 dell’11 dicembre 2019 il Ministero dello Sviluppo Economico ha riportato le misure del diritto annuale camerale dovuto dalle imprese e dagli altri soggetti obbligati dal 1° gennaio 2020, che confermano quelle già dovute per l’anno in corso.

Per conservare l’agevolazione prima casa il secondo immobile deve essere adibito ad abitazione principale

La Corte di Cassazione Civile, con l’ordinanza n. 29392 del 13 novembre 2019 ha riaffermato il principio secondo cui il contribuente che, venduto l’immobile per il quale abbia usufruito dei benefici "prima casa" prima del decorso di cinque anni dall’acquisto, ne abbia poi acquistato un altro entro un anno dall’alienazione, può conservare l’agevolazione solo se trasferisce la propria residenza nel nuovo immobile, giustificandosi la differenza rispetto alla prima compravendita, relativamente alla quale è sufficiente stabilire la residenza nel comune ove è ubicato il bene, attesa l’intenzione del legislatore di non favorire operazioni meramente speculative.

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