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Deloitte pubblica il report con i risultati dei più grandi retailer del mondo: solo 4 italiane nella Top250

Deloitte ha pubblicato la 23° edizione dello studio Global Powers of Retailing in cui vengono analizzati i risultati dell’esercizio annuale al 30 giugno 2019 resi pubblici dai più grandi retailer del mondo.
Una sintesi dei risultati:

  • 4740 miliardi $ di fatturato totale per i 250 top retailer globali, +4,1% rispetto all’anno precedente
  • Amazon continua la sua scalata in classifica, confermando una crescita a doppia cifra, la maggiore tra le aziende presenti nella Top 10 dei retailer mondiali
  • Il podio si conferma interamente statunitense: guida la classifica Wal-Mart, da oltre 20 anni leader globale; seguono Costco al secondo posto e Amazon al terzo
  • Tre le aziende europee in Top 10: Schwarz Group (Germania), seguito da Aldi Einkauf (Germania) e Tesco PLC (UK)
  • L’Europa traina per numero di aziende presenti nella Top 250: sono 88
  • I retailer europei rappresentano il 35,2% delle aziende in classifica
  • Le aziende europee sono le più globalizzate, con il 40,7% delle vendite provenienti da operazioni straniere
  • Conad al 69° posto si attesta la prima società italiana in classifica, seguita da Coop Italia (71° posto), Esselunga (117°) ed Eurospin (158°), che avanza di ben 10 posizioni

La Top 10, che continua ad essere dominata da player statunitensi, registra complessivamente un ritmo di crescita più elevato rispetto al resto della classifica (rispettivamente del 6,3% contro il 4,1% complessivo).
La marginalità delle prime dieci aziende è cresciuta di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, un risultato positivo nonostante la pressione esercitata sui rivenditori dall’intensa concorrenza, dall’aumento dei costi del lavoro, dagli effetti delle politiche protezioniste e dagli investimenti per migliorare l’ecommerce.

L’Europa è invece ancora l’area geografica meglio rappresentata nella Top 250: sono 88 (quattro in più rispetto al Nord America) le aziende che hanno sede nella regione e tre di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz, Aldi Einkauf, Tesco PLC).
Le aziende europee contribuiscono al 34,4% delle revenue complessive della top 250, e i paesi più rappresentati sono Germania (19 aziende), Regno Unito (14) e Francia (12).

“Anche per i retailer italiani si registra, nel FY18, un andamento positivo,” spiega Claudio Bertone, Senior Partner Deloitte e Responsabile Settore Retail, Wholesale & Distibution “i quattro player del nostro paese presenti nella Top 250 dei big della distribuzione mondiale mostrano un avanzamento in classifica. Conad scavalca Coop, attestandosi il primo colosso italiano, collocandosi al 69esimo posto (+4 posizioni rispetto al FY17); seguono Coop stabile in 71° posizione ed Esselunga al 117° (+4 posizioni rispetto al FY2017); chiude Eurospin che avanza di ben 10 posizioni collocandosi al 158° posto della Top 250”.

Italia: performance in miglioramento per le aziende italiane nella Top 250

Entro il 28 febbraio 2020 comunicazione delle spese eseguite su parti comuni condominiali

Entro il 28 febbraio 2020 gli amministratori di condominio devono inviare all’Agenzia Entrate la comunicazione con i dati relativi alle spese sostenute nell’anno precedente con riferimento agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali, nonché con riferimento all’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all’arredo delle parti comuni dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

L’Agenzia Entrate ha pubblicato il software di compilazione con le relative istruzioni per gli amministratori di condominio e le regole sull’invio telematico.

Algoritmi in ambito amministrativo: il Consiglio di Stato delinea i limiti

E’ legittimo adottare un algoritmo per lo svolgimento di un’attività amministrativa?

Entro quali limiti possano essere adottate delle procedure automatizzate in ambito amministrativo?

Sul tema si è pronunciata la Sezione VI del Consiglio di Stato con la sentenza n. 8472/2019 del 13 dicembre 2019, tornando su una tematica molto delicata e molto dibattuta sia in ambito dottrinario che giurisprudenziale. In particolare si tratta di dover definire la rilevanza degli algoritmi nell’ambito di un procedimento amministrativo e più nello specifico di valutare la legittimità dell’adozione di un algoritmo per lo svolgimento di un’attività amministrativa.

Secondo il Consiglio di Stato l’utilizzo di una procedura informatica nell’ambito di un’attività amministrativa non deve essere stigmatizzata, ma anzi, in linea di massima, incoraggiata.

Il ricorso all’algoritmo va correttamente inquadrato in termini di modulo organizzativo, di strumento procedimentale ed istruttorio, soggetto alle verifiche tipiche di ogni procedimento amministrativo, il quale resta il modus operandi della scelta autoritativa, da svolgersi sulla scorta delle legislazione attributiva del potere e delle finalità dalla stessa attribuite all’organo pubblico, titolare del potere.

Vanno tuttavia fissati tre principi fondamentali.

In primo luogo, il principio di conoscibilità, per cui ognuno ha diritto a conoscere l’esistenza di processi decisionali automatizzati che lo riguardino ed in questo caso a ricevere informazioni significative sulla logica utilizzata.

Il secondo principio è definibile come il principio di non esclusività della decisione algoritmica. Nel caso in cui una decisione automatizzata “produca effetti giuridici che riguardano o che incidano significativamente su una persona”, questa ha diritto a che tale decisione non sia basata unicamente su tale processo automatizzato.

Il terzo principio è quello della non discriminazione algoritmica, secondo cui è opportuno che il titolare del trattamento utilizzi procedure matematiche o statistiche appropriate per la profilazione, mettendo in atto misure tecniche e organizzative adeguate al fine di garantire, in particolare, che siano rettificati i fattori che comportano inesattezze dei dati e sia minimizzato il rischio di errori.

Per un approfondimento dell’argomento e per scaricare il testo della sentenza n. 8472/2019 clicca qui.

Bonus mobili ed elettrodomestici: la guida dell’Agenzia Entrate aggiornata a febbraio 2020

La recente legge di bilancio ha prorogato a tutto il 2020 la detrazione fiscale del 50% fino a 10mila euro della spesa destinata agli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’aggiornamento a febbraio 2020 della guida “Bonus mobili ed elettrodomestici”, con tutte le informazioni utili sugli acquisti agevolati e sulle condizioni per poter ottenere il beneficio.

L’agevolazione è stata prorogata anche per gli acquisti che si effettuano nel 2020, ma può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 1° gennaio 2019.
Per gli acquisti effettuati nel 2019, invece, è possibile fruire della detrazione solo se l’intervento di ristrutturazione è iniziato in data non anteriore al 1° gennaio 2018.

Clicca qui per accedere alla guida.

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