come potrebbe l’inps pagare quasi subito i 600 euro ad artigiani e commercianti

Data di pubblicazione: 22 Marzo 2020

Il Decreto Legge “Cura Italia” prevede la corresponsione di un contributo, per ora una tantum, relativo al mese di marzo di 600 euro, per coloro che sono iscritti nella gestione previdenziale degli artigiani e commercianti, salvo poi estendere tale bonus ai professionisti anche iscritti a Casse di Previdenza in forza del “reddito di ultima istanza”.
600 euro sono pochi, sono inferiori all’importo del reddito di cittadinanza ed equivalgono a quanto un Senatore percepisce in 7 ore di lavoro, ma questo è un altro paio di maniche, il problema ora è di dare attuazione SUBITO alla norma e “passare alla cassa”.
In un primo tempo il Presidente dell’Inps aveva pensato ad un “Click Day” – dice di essere stato frainteso – idea strana e balzana, proposta giustamente reputata immorale dal Ministro dell’Agricoltura.
Ora sembra che l’orientamento sia quello di far presentare una domanda in via telematica all’INPS, altra idea strana e balzana considerando che:
– ci invitano a stare a casa, ma se sarà da presentare una domanda gli studi di commercialisti, gli uffici delle associazioni artigiani, commercianti, coltivatori diretti etc. dovranno rimanere forzatamente aperti, con afflusso di clienti o iscritti per la sottoscrizione della domanda, in quanto gran parte degli iscritti affiderà la redazione della domanda ad un soggetto esterno che, tra l’altro, vorrà quindi essere giustamente pagato;
– l’ INPS si troverà ad esaminare (non so cosa ci sia da esaminare ma qualcosa esaminerà) qualche milionata di domande, poi dovrà effettuare i pagamenti etc.etc.
– tutto ciò esclude il SUBITO
le due soluzioni alternative
L’INPS è in possesso di tutti i dati degli iscritti nella gestione artigiani e commercianti (se provate a non pagare una rata dei contributi arriva l’avviso) ed avrebbe a mio giudizio due possibilità, per rispettare il SUBITO:
1) con poco sforzo estrae i dati dal proprio “cervellone informatico”, fa stampare un po’ di letterine, stampa un po’ di assegni ed invia a casa dell’artigiano o del commerciante la letterina con l’assegno (il 19 marzo ci è stato segnalato che la distribuzione della Posta a Milano, Bergamo, Brescia non avviene con regolarità);
2) oppure, soluzione più economica e veloce per tutti, nel pagamento della prima rata dei contributi del prossimo 16 maggio l’artigiano o commerciante indicherà con un codice da istituirsi quasi SUBITO un credito di imposta di 600 euro, compensandolo con la rata di contributi da pagare, appunto, il 16 maggio.
La seconda soluzione mi appare la più appropriata, anche perché consentirebbe a coloro che non sono stati affatto economicamente danneggiati dall’emergenza sanitaria, anzi hanno incrementato le vendite in tale periodo, di decidere se utilizzare il credito di imposta o se, con senso civico, non richiederlo; il controllo successivo sarebbe agevole in quanto si tratta di incrociare i dati in possesso dell’INPS con una casella sull’utilizzo del credito di imposta da evidenziare in dichiarazione dei redditi, nella quale peraltro l’artigiano o il commerciante indica i dati di iscrizione nel quadro RR.
Il Presidente della Cassa Ragionieri ha disposto che i contributi dovuti dagli iscritti potranno essere versati con un tollerabile ritardo, invitando comunque a versarli tempestivamente da parte di coloro che sono in grado di rispettare i tempi, in modo da poter ammettere un maggiore ritardo da parte di coloro che, per i più svariati motivi, non possono, contando sulla responsabilità degli iscritti.
Le cose erano, purtroppo, già complicate prima dell’emergenza sanitaria, ora non si vorrebbe che di fronte a tale emergenza si ricominciasse con la storia della domanda telematica, magari della validazione del file, della ricevuta di avvenuta trasmissione, della ricevuta di avvenuta ricezione, del PIN di accesso ai servizi e chi più ne ha più ne metta: sarebbe come ammettere che purtroppo questa brutta e triste emergenza non ci ha insegnato nulla, e se non ci insegna nulla un’emergenza così brutta, grave e triste non penso ci possa essere un altro evento che ci insegnerà qualcosa.
Valter Franco, un commercialista “di provincia”

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