testo DPCM 22.3.2020
efficacia: dal 23 marzo 2020 e sino al 3 aprile 2020.
Divieto di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblico o privato in comune diverso da quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; non è più consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Le attività professionali non sono sospese e restano ferme le previsioni di cui all’art. 1 punto 7 del DPCM 11.3.2020 (nota di studio: incentivazione sanificazione, protocollo di sicurezza, distanza interpersonale di 1 metro)
( nota di studio) – ora sarebbe necessario conoscere come si correli il DPCM con le disposizioni adottate invece, ad esempio, dalla Regione Piemonte ordinanza regione piemonte
Sono sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali indicate nell’allegato 1, sono comunque consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare le filiere delle attività di cui all’allegato 1, nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi di cui alla lettera e – cioè produzione- trasporto – commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitardia, dispostivi medico-chirurgici, prodotti agricoli e alimentari; con comunicazione al Prefetto è consentita l’attività di impianti a ciclo continuo, dalla cui interruzione possa derivare grave pregiudizio all’impianto o pericolo di incidenti.
Le imprese le cui attività sono sospese completano le attività necessarie alla sospensione, compresa la spedizione della merce in giacenza, entro il 25 marzo 2020.
Circa le differenze tra quanto disposto nel DPCM e nell’ordinanza della Regione Piemonte, quest’ultima oggi 23 marzo, ha indicato che
<em>Riguardo alle differenze tra ordinanza di sabato e decreto di domenica, il presidente ha sostenuto che “la nostra ordinanza ci mette nelle condizioni di chiudere tutto ciò che possiamo e, laddove si discosta dal decreto del Governo, riteniamo abbia comunque valore perché più restrittiva”. Un esempio riguarda la chiusura degli studi professionali, prevista dall’ordinanza regionale e non dal dpcm: “Abbiamo trasmesso al ministero dell’Interno il parere del nostro ufficio legale, secondo cui ha appunto valore la nostra ordinanza perché più restrittiva. I nostri uffici dicono che ci sarebbero problemi se allargassimo le maglie, ma noi le stringiamo. Lo stesso ha fatto la Regione Lombardia. Attendiamo che ci rispondano se è in vigore una o l’altra”.