L’articolo 28 del D.L. 34/2020 (Rilancio) attribuisce un credito di imposta su canoni di locazione commerciali del 60% del canone di locazione corrisposto da imprese, professionisti etc. per i mesi di aprile, maggio e giugno 2020 a condizione che, per ciascuno di tali mesi, si sia verificata una diminuzione del fatturato, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente (il 2019) di oltre il 50%, per maggior illustrazione dell’argomento si rinvia alla circolare dell’Agenzia delle Entrate 14/E del 6 giugno 2020.
La norma sembra chiara e non suscettibile di interpretazioni, ma scritta com’è stata scritta provoca casi cui si dovrebbe cercare di porre rimedio, se non altro perché si concretizzi quanto più volte indicato dal Governo e ribadito anche dai Governatori delle Regioni “nessuno resterà indietro”.
Infatti coloro che hanno iniziato l’attività nel 2019, dopo il 1° luglio, non possono accedere neppure parzialmente (cioè almeno per un mese) a tale beneficio, in quanto non è possibile eseguire il confronto della perdita di fatturato oltre il 50%, poiché nei mesi interessati dalla norma agevolativa non avevano conseguito il fatturato.
Per essere più chiari questi i casi che sono capitati sulla scrivania, se ogni tanto il legislatore consultasse chi in effetti si trova poi ad esaminare le conseguenze di come vengono scritti i provvedimenti, forse nascerebbero meno “pasticci”.
Due casi concreti:
1) società che nel novembre 2019 acquista un’azienda preesistente stipula un contratto di affitto dell’immobile commerciale per euro 7.000/mese: credito di imposta “zero” – tale situazione, palesemente ingiusta, potrebbe essere ovviata o riconoscendo alla società il credito di imposta anche in assenza di elementi di raffronto, oppure effettuando il raffronto del calo di fatturato con il fatturato dell’impresa cedente.
2) società che ha stipulato un contratto di locazione a gennaio 2020 di un locale commerciale per un’attività che presumeva di avviare entro fine febbraio 2020, canone di locazione euro 1.000/mese=; destinazione d’uso dei locali “somministrazione di alimenti e bevande” (cioè di “ristorazione”) e che a causa del lockdown non ha ancora, ad oggi, avviato l’attività (opere murarie da eseguire sospese, consegne degli arredi sospesi etc.); non ha avuto un calo di fatturato, semplicemente non ha avuto fatturato.
E questi sono i casi capitati sulla mia scrivania, poi chissà quali altri sono capitati sulle scrivanie di colleghi, sta di fatto che auspicherei che qualcuno intervenga in merito, se non altro per dimostrare di essere galantuomini e mantenere la parola data “Nessuno resterà indietro”
Valter Franco